“Se la Parola non si fa carne… rimane parola” (intevista)

di Mauro Monti
José Luis Gerardo Ponce de León è un missionario, un giovane vescovo missionario. Nato a Buenos Aires, ha scelto di vivere la sua vocazione religiosa all’interno della Consolata, l’Istituto missionario fondato dal Beato Giuseppe Allamano. Una volta ordinato sacerdote, ha cominciato a svolgere il suo servizio in Argentina, dal 1986 al 1993, per poi essere destinato in Sudafrica, dal 1994 al 2005; in quell’anno fu inviato dalla sua Congregazione a Roma per il “Segretariato per la Missione” e nel mese di giugno del 2006 divenne Segretario Generale e Procuratore presso la Santa Sede. Il 24 novembre 2008 Papa Benedetto XVI lo nomina Vicario Apostolico di Ingwavuma (Sud Africa) assegnandogli la sede titolare vescovile di Maturba. Il 29 novembre 2013, Papa Francesco lo nomina Vescovo della diocesi di Manzini (Swaziland). Il suo insediamento è stato celebrato lo scorso 26 gennaio, in concomitanza con i festeggiamenti del centenario dell’arrivo della fede cattolica nel piccolo Paese dell’Africa australe.
Padre José Luis, auguri innanzitutto per il centenario appena festeggiato dalla chiesa dello Swaziland, tua terra di missione ora; questa nuova realtà, che avevi già imparato a conoscere da Amministratore Apostolico, è simile alla precedente oppure in qualche modo si differenzia da essa?
Swaziland
C’è di simile e c’è di diverso… La prima cosa da ricordare è che non sono più in Sud Africa. La diocesi di Manzini si trova in Swaziland, una nazione poco conosciuta. Qualche giorno fa prendendo l’aereo di ritorno in Swaziland dall’ Europa, al momento di fare il check-in mi hanno chiesto dove si trovasse questa nazione… Lo stesso dicevano i giovani Swazi che sono andati in Brasile per la giornata della gioventù… “Tutti ci chiedono dov’è lo Swaziland…”.

Di simile si potrebbe dire che sono due zone bellissime ma anche tutte e due colpite dall’ Aids…






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